La preparazione

I successi nello sci alpino di Stefano Sertorelli lo fecero considerare tra i possibili candidati per le Olimpiadi Invernali del 1936, e in vista dell’evento già nel 1934 fu chiamato a Roma per le sessioni di allenamento presciistico, con l’intermezzo nel 1935-1936, a causa della mobilitazione per la guerra in Africa Orientale. Fin dal 1934 il nucleo preolimpico della Scuola Militare Alpina di Aosta si allenò duramente sui campi di neve del Sestriere con ritmi sempre più intensi, man a mano che la data della partenza per la Germania si avvicinava. Per condurre l’impresa si puntò sul Capitano Enrico Silvestri con qualche disappunto degli esclusi perché era un atleta già 40enne. La preparazione fu condotta scientificamente, studiando attentamente tutte le fasi della gara. L’alpino Scilligo che era stato allenato da un finlandese, consigliò Silvestri sul come impostare la preparazione per poter vincere. Venne suddiviso l’allenamento per le discipline in giornate, proprio come facevano i campioni lapponi. Si pianificò anche come agganciare il fucile allo zaino-zavorra di 10 chili per risparmiare tempo, e come modificare il fucile. Una nuova divisa militare venne confezionata apposta dal lanificio Zegna del peso di soli 900 grammi, pur mantenendosi esternamente identica.
Stefano fu scelto come componente titolare della squadre grazie a un fiore alpino: il suo compagno di squadra Ettore Schranz si ruppe il braccio cercando di raccogliere fiori d’alta quota e non riuscì a partecipare ai successivi allenamenti. Il posto che si era liberato divenne di Stefano Sertorelli. Che non tradì le attese.