L’impresa del 14 febbraio

il percorso
La partenza e l’arrivo furono nello stadio olimpico. La squadra italiana con il pettorane n° 3 lasciò lo stadio verso Est in direzione Kaltenbrunn. Una volta raggiunto il paese (Km. 6) dovettero girare verso Ovest per ritornare verso lo stadio, dove fu attrezzata l’area di tiro (Km. 13). Successivamente dovettero dirigersi passando il trampolino Kochelberg, verso la baita di Toni (Km. 17) che fu il punto più alto a circa mt. 1100. Poi ci fu la discesa attraverso i campi e làttraversamento di un bosco molto fitto. Si passò dallo skilift Kreuzeck (Km. 20). Poi si girò verso Ovest in direzione lago di Rießer, scendendo poi verso Hausberg (Km. 23). Poi la pianura finale che portò all’interno dello stadio olimpico. Parteciparono 9 squadre sotto un cielo sereno con temperatura fra -3°C e 4°C, con un manto nevoso soffice ma anche vecchio e duro, parzialmente ghiacciato.
L’esperimento di informare gli spettatori durante la competizione sullo stato di avanzamento della competizione fu un grandde successo. Ci furono dei posti intermedi di controllo, dove attraverso telefoni collegate a degli altoparlanti, le comunicazioni vennero date dentro lo stadio olimpico in diretta. Inoltre ci fu un pannello all’interno dello stadio dove vennero segnati le squadre e i distacchi.

la cronoaca
Il giorno 14 febbraio alle ore 8.30 partiva la prima squadra, la pattuglia Fillandese, seguita da tutte le altre con un intervallo di partenza di 3 minuti. La squadra italiana partì alle 8.36 dallo stadio olimpico. Il primo riferimento cronometrico fra il km 5 e 6 riporta Finlandia, Austria, Polonia, e a seguire l’Italia con un distacco di circa 2 minuti sulla prima. Durante la salita la squadra polacca cedette improvvisamente e andò in coda al gruppo senza più recuperare. Nella prima discesa gli Italiani si fecero valere e passarono davanti al punto di ristoro tutti compatti senza neanche prendere una tazza di the caldo. Al secondo rilevamento cronometrico, al 12 Km, la sorpresa: l’Italia è seconda a soli 43 secondi di distacco dalla squadra finlandese. A seguire Austria, Svezia, Svizzera e Germania. I finlandesi furono avvertiti della rimonta italiana e capirono che durante la successiva salita, dopo la prova di tiro al km 13, si sarebbe giocata la vittoria. La prova di tiro venne conclusa in soli 44 secondi, ciò nonostante Stefano colpì anche un palloncino dei polacchi sulla linea 2 con un secondo colpo, lui spiegò in seguito che il vento faceva fluttuare i bersagli,e gli fu difficile distinguere esattamente il proprio. Quindi, per sicurezza, colpì anche quello dei vicini. Poi ecco la salita, la parte più dura del percorso. In cima arrivarono con un minuto di vantaggio sulla squadra finlandese, che era la favorita. Fu grazie ai suggeritori italiani nascosti dietro le piante lungo la discesa che la squadra azzurra non perse secondi preziosi riuscendo a trovare la migliore linea di gara, dosando forze ed energie. Al controllo dei 20km l’Italia mantenne il minuto di vantaggio sui finlandesi, seguirono Svezia, Austria e Germania. Gli Alpini entrarono nello stadio di Garmisch con circa 50” di anticipo sul tempo dei finlandesi, ma con ancora 150 metri da percorrere per il traguardo. Gli ultimi metri durarano… secoli, ma la Pattuglia Militare Alpina riuscì a tagliare il traguardo con 14 secondi di vantaggio.


vittoria finale
Dopo 2 ore, 28 minuti e 35 secondi la pattuglia italiana composta dal capitano Enrico Silvestri, dal sergente Luigi Perenni, dall’alpino Stefano Sertorelli e dall’alpino Sisto Scilligo attraversò il traguardo e conquistò il primo posto. La squadra finlandese chiuse al secondo posto, al terzo quella svedese. E fu così che l’Italia vinse il primo “oro” della sua storia alle Olimpiadi.